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Può accadere, che in un territorio circoscritto coabitino più “re”, bellissimi ed affatto intimoriti? Certamente! Accade sui ripidi pendii della Cima di Terrarossa, che sovrasta maestosa l'Altopiano del Montasio. Lassù, sui pendii erbosi e, più in alto, nel regno incontrastato delle rocce, albergano gli stambecchi, che osservano tranquilli gli escursionisti, facendosi fotografare e rendendo l'ambiente assolutamente autentico è vero. E' una bellissima sorpresa scorgerne a decine, fermi sui dirupi oppure saltare tra rocce e precipizi, od ancora a pochi centimetri da noi, brucare l'erba d'alta quota. Essi si stagliano nel cielo, in piedi sul ciglio delle pareti della montagna, quasi a voler verificare che gli escursionisti non turbino la pace dei luoghi e non insidino il loro territorio.
Risaliamo dall'Altopiano del Montasio alla volta della Cima di Terrarossa in una calda domenica di Giugno: il cielo è coperto parzialmente da nuvole minacciose, che abbracciano gran parte delle cime sovrastanti, quasi a volerci intimidire, comunicandoci l'arrivo di temporali. Risaliamo al Rifugio Di Brazzà e, da lì, c'incamminiamo risalendo il lunghissimo camminamento militare risalente alla Grande Guerra, che conduce, con percorso spettacolare, alla vetta. L'imponente Montasio pare essere a pochi metri da noi, pare di toccarlo nelle sue stupende forme rocciose; le praterie dello Zabus si estendono appena poco più in là: è solo il preludio dei tesori che la Cima di Terrarossa ci riserva!
Canaloni, forcelle, praterie, fioriture (genziane, ranuncoli, piccole margherite ed altre essenze) di un verosimile giardino sospeso, rocce dalle forme fantasiose ed affascinanti, dirupi che paiono essere finestre sul mondo incantevole delle Alpi Giulie, le diramazioni verso le vie ferrate del Montasio e le mute testimonianze della Grande Guerra rappresentano i motivi d'interesse dell'escursione, che trova il suo apice a pochi passi dalla vetta. Lassù attende l'escursionista il culmine della bellezza, che ripaga abbondantemente gli sforzi profusi durante la salita: strapiombi e baratri spettacolari di centinaia di metri, le forme fantastiche e nobili del vicino Montasio, l'imponenza selvaggia ed inarrivabile dello Jof di Fuart, i residui nevai, la vista aerea sull'Altopiano del Montasio e sulle sue casere, il dirimpettaio massiccio del Canin, il panorama vastissimo su tutto il Tarvisiano con le sue celebri vette, le verdi vallate ed i suoi borghi!
Ci soffermiamo a lungo sulla Cima di Terrarossa, estasiati da tanta magnificenza e meraviglia. Dei corvi e, successivamente, degli stambecchi si avvicinano a noi, mentre stiamo seduti sulle rocce della vetta a contemplare “il mondo ai nostri piedi”, ascoltando i silenzi della montagna, il rumore del vento, osservando il muoversi delle nuvole che accarezzano le vette del Montasio. Non vorremmo più ridiscendere!
Giungiamo sull'altopiano a sera, appena in tempo per soffermarci in una malga del luogo. Ridiscendiamo la bella Val Raccolana e concluderemo amabilmente la stupenda giornata - che ci ha portato su una delle vette più alte da noi mai toccate con un'escursione da favola – a Resiutta, dove, seduti attorno ad un tavolo imbandito con le gustose prelibatezze friulane, assisteremo ad una bella sfida di calcio degli Europei.
Ciao Montasio!
Giuliano.-